Eugenio Giliberti


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cura di Tiziana Maffei, direttore del Museo, Alberta Campitelli e Alessandro Cremona.Un caleidoscopio di scenari, giardini, acque, statue e fontane.

Oltre centocinquanta opere tra dipinti, disegni, sculture, arazzi, erbari, libri e oggetti d’arte e interpretazioni contemporanee in dialogo tra loro per raccontare la storia del giardino nel corso dei secoli.

Un caleidoscopio di rappresentazioni dal Rinascimento ai primi anni dell’Ottocento che attraversano e interessano tutta la penisola nella diversità di paesaggi, modelli culturali e stili di vita, evocando, attraverso il contatto con la natura, l’Eden perduto a cui l’uomo da sempre aspira.

Tiziana Maffei, direttore del Museo, Alberta Campitelli e Alessandro Cremona.

L’esposizione è il risultato di un lavoro di approfondimento sul significato culturale – afferma Tiziana Maffei – che il patrimonio naturale così come elaborato dall’uomo ha avuto e può avere. L’obiettivo dell’impegno dell’Istituto museale e dei numerosi compagni di viaggio che hanno consentito la realizzazione di questa operazione culturale è duplice: divulgare al grande pubblico i valori etici della bellezza con l’auspicio che si recuperi, dopo decenni d’indifferenza, la cultura dell’arte dei giardini un tempo molto più diffusa e offrire agli addetti ai lavori la molteplicità di lettura narrativa di questi straordinari microcosmi prodotti nel tempo da diverse civiltà”.

I giardini dipinti o riprodotti mirano ad immortalarne la bellezza fugace, a tramandarla nel tempo. La relazione tra giardino reale e le sue rappresentazioni stimola anche i visitatori a un’attenta riflessione sulla tutela e la salvaguardia della natura che ci circonda.

Lungo le grandi sale dell’Appartamento della Regina, affacciate sull’incomparabile vista del Parco Reale con la scenografica via d’acqua, in un allestimento suggestivo ideato da Lucio Turchetta con Vincenzo De Luce, si snodano i sette temi che compongono la mostra. Nell’articolarsi delle sezioni sono presentate numerose opere, in molti casi inedite, provenienti da prestigiosi musei e istituzioni italiane ed europee tra cui i Musei del Prado e Thyssen-Bornemisza di Madrid, il Museo di Versailles, il Museo di Capodimonte, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, la Galleria degli Uffizi e Palazzo Pitti a Firenze, il Museo di Roma, oltre a collezioni private, biblioteche e altri istituti pubblici, come gli Orti botanici di Napoli e Portici. Tra i tanti artisti, del calibro di Gaspar van Wittel, Claude Lorrain, Paolo Anesi, Pietro e Gianlorenzo Bernini, Hubert Robert, Hendrick van Cleve III, Jules-César-Denis van Loo, Giusto Utens, Joseph Heintz il giovane e altri celebri vedutisti, un ruolo di spicco spetta naturalmente a Jacob Philipp Hackert che tante opere ha dedicato ai giardini e ai paesaggi campani e dell’Italia meridionale.

Il giardino è il luogo dove l’uomo cerca di ritrovare il paradiso terrestre, l’armonia perduta con la natura. Non a caso paradiso – dichiara Alberta Campitelli – in molte culture, è sinonimo di giardino. I giardini dipinti o riprodotti mirano ad immortalare la bellezza fugace, a tramandarla nel tempo. Il rapporto tra giardino reale e vivente e giardino tradotto in un linguaggio artistico è quanto mai vario e percorre la storia della nostra civiltà. Mostrarne l’evoluzione e i vari modi di declinarla è il tema dell’esposizione che si avvale di un rapporto diretto con uno dei giardini più scenografici e celebrati che con la sua cangiante visione reale dialoga costantemente con il percorso espositivo, in un continuo scambio di suggestioni”.

Il giardino è il mezzo con cui il suo committente – afferma Alessandro Cremona – trova lo scenario perfetto per trasmettere messaggi in modo diretto o mediato da simboli che, a volte, delineano precisi itinerari mentaliParlare quindi di giardini significa affrontare i molteplici temi che in essi sono narrati, le tante trame che vi si intersecano, le teorie che definiscono un assetto piuttosto che un altro, i percorsi di scoperta scientifica che intervengono sui luoghi e li modificano. Di questa straordinaria complessità si fa filo conduttore la mostra che attraversa il labirinto paradisiaco del giardino dipinto e immaginato, conducendo il visitatore a deliziarsi della visione degli splendidi giardini vanvitelliani”.

La sezione di apertura della mostra I giardini di Caserta: modelli e progetti è ovviamente dedicata al Parco della Reggia di Caserta, alle sue componenti, ai protagonisti, il re Carlo di Borbone, la moglie Maria Amalia di Sassonia e i loro successori, Ferdinando IV e Maria Carolina d’Asburgo, committenti in due diverse fasi, e naturalmente gli artefici, gli architetti Luigi e Carlo Vanvitelli e il “giardiniere” John Andrew Graefer. Ne Il giardino in Italia nel rapporto col paesaggio sono, invece, protagoniste le vedute di noti giardini che spaziano dalla Campania al Lazio, alle Marche, alla Toscana e al Piemonte, interpretati dai maggiori artisti delle epoche considerate. La terza sezione Giardini come scenografia descrive come l’esibizione del potere, le feste e il teatro abbiano sempre avuto i giardini come fondale privilegiato, adattato e declinato secondo le funzioni che accoglievano. Ne Il giardino e l’acqua sono esposte suggestive vedute marine, lacustri e fluviali in cui l’acqua è protagonista come nelle spettacolari raffigurazioni di giochi, fontane e vie d’acqua nei giardini. Il giardino e il selvatico esalta boschi e tenute a complemento delle ville e dei giardini, dalla tradizione dei giardini medicei fino all’Ottocento. Mentre Giardini e botanica vede l’elemento vegetale quale protagonista, con ruoli e funzioni diverse legate, ad esempio, alla “tulipomania” oppure all’introduzione di piante esotiche e l’affermarsi della scienza botanica. Nella sezione è presente una sala resa immersiva dall’esperienza olfattiva curata da Integra Fragrances, azienda italiana specializzata nella creazione e diffusione di fragranze personalizzate. Lys Royal è quella creata su misura per trasportare il visitatore nel mezzo di un inebriante giardino in fiore con le note morbide, fresche e delicate del mughetto e della rosa damascena miste a note di testa lievemente acquatiche che rievocano l’acqua e le fontane e infine, nel cuore, giglio, gelsomino e ylang-ylang.

Nell’ultima sezione: Giardini e rappresentazione simbolica questi luoghi diventano scenari di narrazioni sacre e mitologiche, dalla raffigurazione del Cristo “giardiniere” agli episodi mitologici o letterari, fino alle allegorie delle stagioni, quali quelle di Pietro e Gianlorenzo Bernini. Accanto al panoramico affaccio sul Parco reale, le tecnologie digitali messe a punto dalla collaborazione tra la Reggia di Caserta e la Fondazione Kainòn consentiranno di vedere e quasi “toccare” ciò che Vanvitelli aveva pensato di realizzare per re Carlo di Borbone. Parte del progetto dell’Architetto, documentato nella Dichiarazione dei Disegni di Luigi Vanvitelli, sarà fruibile all’interno della mostra attraverso speciali visori, ma anche da casa tramite browser web. “Siamo molto felici – precisa Emanuela Totaro, Segretario Generale della Fondazione Kainòn – di questa collaborazione con la Reggia di Caserta, che si inserisce perfettamente nella nostra mission: quella cioè di creare dei ponti innovativi tra la cultura e le nuove tecnologie. È stato così possibile fare una cosa straordinaria: ridare vita a qualcosa che nella realtà non è mai esistito, arricchendo così l’esperienza dei visitatori sia on che offline.

Nel percorso espositivo tradizionale s’innestano anche i linguaggi artistici e multimediali della contemporaneità, anche mediante esperienze immersive di luce che avvolgono il visitatore.