| 
								 
								
								“Cerimoniale” allude al riconoscimento e 
								all’incontro della sensibilità dello scienziato 
								(Ignazio, Edwin) con la mia pratica artistica. 
								
								
								Esso avviene in una sala decorata da una grande 
								installazione composta da migliaia di dischetti 
								imperfetti di legno di melo, testimoni della 
								ricerca che conduco da anni intorno alle 
								trasformazioni naturali e antropiche del 
								territorio che mi accoglie orma da più di 10 
								anni.  
								
								
								  
								
								
								Il primo atto dell’innamoramento è il desiderio 
								di conoscere tutto dell’oggetto amato. E’ ciò 
								che ha spinto la mia poetica a rompere pretesi 
								confini dell’arte, incamminandola in un’attività 
								di registrazione di piccole variazioni e di 
								indagazione di potenzialità e relazioni, di 
								conoscenza più profonda. 
								
								
								E’ ciò che spinge in generale la ricerca ad 
								intraprendere il suo faticoso lavoro al di là 
								dei possibili risvolti pratici. 
								 
								
								
								  
								
								
								La mostra si compone di quattro elementi: 
								
								
								
								gli 
								strumenti  
								
								alcuni strumenti e oggetti della ricerca 
								artistica convivono con i reperti esposti nelle 
								vetrine del museo 
								
								
								
								le tavole di
								data base
								
								
								piccola galleria estratta dall’opera che da anni 
								accompagna la cura della piccola piantagione di 
								mele annurche della masseria Varco, disegni a 
								matita che rappresentano uno stesso albero del 
								meleto nei 4 anni di vita di “data – base”. 
								
								
								Qui si richiama la dedizione all’osservazione e 
								alla cura della natura che è lo spirito 
								dell’opera, ma anche quello della collezione che 
								consegna una coscienza del luogo alle 
								generazioni future. 
								
								
								
								la sala 
								della potatura
								
								
								grande decorazione murale composta da migliaia 
								di dischetti di legno ricavati dalla potatura 
								del meleto dove si immagina lo svolgimento del 
								cerimoniale in una sontuosa e ironica messa in 
								scena 
								
								
								
								il 
								pianoforte muto 
								
								un pianoforte completamente rivestito da un 
								robusto tessuto bianco cucito sull’oggetto da 
								un’abile artigiana ricalca in negativo i rumori 
								dell’isola turistica. L’elemento incidentale del 
								pianoforte parla ancora una volta di cura, la 
								cura dello strumento, la sua impropria 
								vestizione, come metafora della cura dell’arte e 
								del pensiero. Ma lo strumento vestito è anche 
								imbavagliato: muto, rifiuta di confrontarsi con 
								gli altri emettitori di suoni che della musica 
								fanno sfondo, brodaglia sonora delle nostre 
								distratte esistenze. 
								 |