Eugenio Giliberti

mostre personali / Working Class / Galleria Giacomo Guidi / a cura di Aldo Iori


      

Il fascino discreto del reale

Aldo Iori

 L’attenzione nei confronti del reale fornisce a Eugenio Giliberti sempre nuove possibilità di coniugazione degli elementi fondanti il suo lavoro artistico. Il punto di vista privilegiato e colto dell’arte gli permette di elaborare opere nelle quali dischiudere visioni in nuove soluzioni formali; esse guidano l’osservatore introducendolo in dimensioni inedite dove la sensibilità materica si stempera in memoria, le componenti si concatenano nel piacere di una narrazione, il segno e la tridimensionalità plastica misurano la distanza dal reale.Il titolo ‘working class’, scelto per la mostra romana, vuol superare la connotazione storica del termine, oggi desueta e semplicistica nel confronto con l’attuale realtà politico-sociale, spostando piuttosto la riflessione sulla condizione del lavoro artistico nel tempo presente. L’artista, custode di una memoria del sapere di una comunità, oggi è sempre più investito della responsabilità di indicare, misurandola intellettualmente, la distanza tra il pensiero e il mondo. Egli afferma che ciò può avvenire anche attraverso l’intervento diretto sul reale. L’arte nel suo farsi,  introduce nel reale un’inedita qualità determinata dal pensiero che comprende anche il lato più connesso al fare. I ‘fatti lavorativi’, le pitture, le cere, le fotografie, i disegni, i video e i plastici esposti in mostra, assumono specifico significato se collocati in questa prospettiva della visione. segue>>>

     
       

dialgo Inccrociato

Eugenio Giliberti / Aldo Iori / Angela Tecce

Aldo a Eugenio - Caro Eugenio, approfitto di qualche minuto di calma per sottoporti alcune impressioni. L’ipotesi di strutturare la mostra sull’idea del ‘lavoro dell’arte’ m’incuriosisce: interessante scoprire il percorso spaziotemporale che l’opera possiede.  Capire ciò che il lavoro attraversa, non tanto le implicazioni autobiografiche e antropologiche, quanto ciò che l’artista dona tramite l’opera e come questa poi mantienein sé il ricordo di ciò che ha attraversato nel travaglio della genesi.

segue>>